Vi siete mai chiesti quanto ci sia di vero in quello che siamo abituati a vedere in televisione o al cinema? Pensiamo alle tecniche di indagine, al come pedinare una persona, agli appostamenti del detective di turno davanti al viottolo di ingresso di una proprietà privata o sotto la luce del lampione. Quante volte abbiamo pensato “se ci fossi io me ne sarei già accorto da un pezzo”?

In effetti, come non darvi torto! Se lavorassimo allo stesso modo nella realtà, con molta probabilità, dopo appena quindici minuti si affaccerebbe la vicina incuriosita dall’autovettura sconosciuta e dalla persona mai vista nel vicinato. Per un investigatore privato o un collaboratore investigativo in indagini elementari comprendere come pedinare una persona passando inosservati è il primo passo! Nascondendosi dietro alle pagine di giornali o mettendosi occhiali e cappelli vistosi come nei film? No di certo!
Vediamo allora insieme quali sono le principali tecniche di indagine e come pedinare una persona senza correre il rischio di essere osservati.

COME PEDINARE UNA PERSONA OGGI

Ci tengo a fare una premessa importante!
Il modo di svolgere gli accertamenti sta cambiando. Il settore investigativo, così come altri settori, necessita di rimanere al passo con i tempi e soprattutto con la rivoluzione digitale costantemente in atto.
Pensate, infatti, a quanto sono cambiate le cose dall’ingresso nelle nostre abitazioni di pc o smartphone. E pensate anche solo agli ultimi due anni e a come è cambiato, ad esempio, il lavoro o il modo di incontrarsi. Quotidianamente partecipiamo a call, meeting, congressi online, webinar su svariate piattaforme come skype, zoom, google meet e chi più ne ha più ne metta.
Ancora oggi, nonostante si stia cercando di tornare un passo alla volta alla normalità in seguito ad una pandemia che ci ha messi in ginocchio e costretti in casa, si preferisce in molti posti di lavoro continuare a recarsi in sede soltanto alcuni giorni a settimana e preferire il telelavoro o lo smart working.

Siamo costantemente bombardati da notizie che parlano di furti di informazioni, attacchi ramsomware, rivendita di dati.
Negli ultimi anni sono aumentati esponenzialmente i reati informatici e se da un lato aziende e professionisti cercano di correre ai ripari, dall’altro il problema inizia ad essere sempre più sentito anche tra i privati cittadini. Complice non solo una consapevolezza dell’importanza della propria riservatezza e della propria privacy che, seppur timida, inizia a farsi strada ma anche i continui attacchi che riceviamo quotidianamente. Pensiamo al phishing e, in generale, alle truffe online.

Quindi, se il mondo sta cambiando perché non dovrebbero cambiare anche le tecniche di indagine e le strategie per pedinare una persona?

COME PEDINARE UNA PERSONA: LE 4 TIPOLOGIE DI PEDINAMENTO

Potremmo dire che esistono 4 diverse tipologie di pedinamento:

  • Pedinamento online;
  • Pedinamento o osservazione statica;
  • Pedinamento o osservazione dinamica;
  • Pedinamento elettronico.

In questo articolo ci concentreremo sulle ultime tre tipologie di pedinamento lasciando alla collega dr.ssa Samuela Bolgan, responsabile della divisione informatica Aenigma, la possibilità di dedicare al come pedinare una persona attraverso il pedinamento online una trattazione a parte.

Appostarsi davanti l’abitazione di un soggetto oggetto di indagine, previo ricevimento di un conferimento di incarico scritto e pedinarlo al fine di monitorarne gli spostamenti è un’attività lecita.
Certo, una specifica è d’obbligo: infatti a svolgere tale attività non può essere il privato cittadino ma il professionista al quale è stata rilasciata una licenza ai sensi dell’articolo 134 del Tulps e i suoi collaboratori – previa comunicazione alla Prefettura territorialmente competente.
L’articolo appena citato, nello specifico, indica che:

“senza Licenza del Prefetto è vietato ad enti e privati di prestare opera di vigilanza o custodia di proprietà mobiliari e immobiliari e di eseguire investigazioni o ricerche o di raccogliere informazioni per conto di privati. (…)”.

Ma come pedinare una persona senza essere scoperti?

La parola d’ordine se si vuole pedinare una persona è “passare inosservati”. Non mi riferisco di certo all’indossare occhiali e cappelli enormi o oppure nascondersi dietro ad alcune pagine di giornale. Per passare inosservati dobbiamo essere il più naturali possibili. Sembrerà strano ma è proprio così!
Vi faccio un esempio. Se stessi pedinando il conducente della vettura che mi procede, in assenza di copertura, qualora si fermasse ad un semaforo rosso, sarei più visibile se frenassi bruscamente accostandomi al lato della strada o se, come accade abitualmente, rallentassi accostandomi in attesa che scatti il verde?
Vi sono poi altri espedienti per passare inosservati come, ad esempio:

  • La corretta scelta dell’abbigliamento che dovrà essere il più consono possibile;
  • Il modello e il colore dell’autovettura che guidiamo;
  • L’adattamento dello stile di guida a quello dell’indagato;
  • L’evitare i dettagli che potrebbero attirare l’attenzione o permettere di distinguerci. Non mi riferisco solo ad un tatuaggio o ad orecchini vistosi ma anche ad adesivi appiccicati all’autovettura;
  • L’adeguarsi alla situazione. Pensiamo ad un’indagine atta a verificare quali sono le frequentazioni di un minore che, ad esempio, frequenta parchi o pub e locali e ad un’indagine atta, invece, a verificare quelle che sono le frequentazioni e gli spostamenti del socio di una grande azienda;
  • Il pedinamento o l’appostamento in coppia;
  • Il pedinamento a più autovetture.

Vi è poi un’altra strategia per pedinare una persona: il pedinamento elettronico.

Per pedinamento elettronico si intende il pedinamento attraverso un dispositivo di localizzazione satellitare. Anche quest’ultimo, se effettuato da un investigatore abilitato è lecito a patto che l’autovettura alla quale viene installato il dispositivo sia intestata al soggetto indagato – e a lui abitualmente in uso – e che non si commettano una violazione di domicilio o proprietà privata nell’atto dell’installazione.

Il gps, tuttavia, dovrebbe rimanere un semplice supporto all’attività di indagine e non un sostituto dell’investigatore o del collaboratore investigativo. Cosa succederebbe, infatti, se il soggetto quel giorno decidesse di farsi venire a prendere da un collega o di spostarsi con i mezzi? E se parcheggiasse davanti ad un grande magazzino e se ne andasse in centro?

Quindi ricordiamo che la tecnologia, se si vuole pedinare una persona, è utilissima ma non potrà mai sostituire l’operatore. Per passare inosservati è fondamentale essere il più naturali possibili, adattarci ad ogni situazione e, aggiungerei, avere una buona capacità di problem solving.

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Articolo di Valentina Grazzi

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