Le forme di violenza psicologica in famiglia possono manifestarsi in differenti modalità alcune palesi e visibili, altre nascoste e più subdole.

Possiamo analizzare insieme quelli che possono essere alcuni problemi a carico della violenza psicologica in famiglia, soprattutto nelle relazioni d’amore affettive durature e stabili quali una coppia di genitori o di partner stabili nel tempo.

Diversi studiosi, tra cui Robert Plutchik, raccontano come una relazione d’amore possa essere luogo di prevaricazione e ostilità finanche a condurre a comportamenti cronici gravi, che comportano lesioni dei diritti della persona con danni alla salute psichica che possono giungere all’omicidio psicologico.

Forme di violenza psicologica in famiglia nella coppia

  • Il Love Bombing: si tratta di manifestazioni d’amore intense, ma simulate, concentrate in un breve tempo, intese come veri e propri “bombardamenti d’amore”. Il partner mette in atto queste condotte con fini manipolatori e non autentici;
  • Il Ghosting: è una sorta di gioco di controllo sull’altro, si mette in atto con l’intermittenza della propria presenza e assenza, come un fantasma appare e scompare misteriosamente senza un motivo apparente comprensibile;
  • Il fenomeno di Mosting: ovvero un ghosting con modalità premeditate, preceduto da condotte di love bombing;
  • Il Caspering: è inteso come essere presenti in una relazione mostrandosi amichevoli e gentili ma senza essere realmente presenti e interessati al partner;
  • Il fenomeno di Orbiting: è la condotta di chi “orbita” attorno all’ex partner in seguito ad un abbandono, con promesse e gentilezze non richieste;
  • Il Fading: si attua con un allontanamento lento e progressivo ad opera di un partner verso l’altro, per calo di interesse o di desiderio;
  • Lo Stalking e Cyberstalking: sono atteggiamenti di molestie assillanti, atti persecutori perturbanti di chi non è stato corrisposto o è stato abbandonato dal partner e non può e non riesce ad accettarlo, imponendo così la propria presenza;
  • Il Sexting: è un fenomeno in crescita e che può sfociare o ricondurre a condotte criminose e disturbi psicologici quale la dipendenza dal cybersesso, comporta l’invio di messaggi immagini e contenuti sessuali anche espliciti con mezzi informatici: telefono cellulare o social network.

Violenza psicologica in famiglia e quotidianità crudele

Le condotte di crudeltà amorosa quotidiana sono una forma sottile di violenza, si tratta di tutta una serie di comportamenti che vengono perpetrati quotidianamente a danno del proprio partner, ovviamente con terribili conseguenze.

Tra esse possiamo citare:

  •  Osservazioni spiritose con umorismi ripetuti insistentemente nel tempo, riconducibili a temi relativi il matrimonio o la vita in coppia, ad esempio “sposarsi è un grave errore” consigliare ai figli non sposarsi mai;
  • Utilizzare il sarcasmo pungente verso un oggetto preciso e specifico sottende un obiettivo ben chiaro ed esplicita un pensiero reale. Questi messaggi aggressivi possono ferire, offendere, umiliare l’altro;
  •  Le dimenticanze: dimenticare di andare a prendere il partner o evento importante come il compleanno o l’anniversario, non ricordarsi delle allergie alimentari del partner, sfocia in violenza psicologica in famiglia quando, ripetutamente, evolve in una noncuranza generale che porta mortificazione negazione dell’altro;
  • Linee di comunicazione manipolativo aggressivo come: “sei sempre il solito”, “fai sempre così”, “sei sempre in ritardo”, generalizzando e usando assolutismi e svalutazioni alla persona, colpevolizzando, punendo.
    Questa comunicazione alimenta il senso di colpa e sentimenti di disprezzo e di odio represso.

L’indifferenza è un comportamento molto importante che può avere delle conseguenze non soltanto nella coppia ma anche sui figli. Denota una mancanza di interesse e coinvolgimento rispetto l’altro.

L’indifferenza come forma di violenza psicologica in famiglia alimenta i sentimenti di dubbio, confusione, solitudine e sentimenti di vuoto depressivo, soprattutto in situazioni in cui è in essere quel meccanismo di manipolazione sui figli conosciuto come Sindrome di Alienazione Parentale.

 La comunicazione silenziosa può essere un’arma in certi casi positiva per contrastare la comunicazione aggressiva ma comunica anche molto spesso allontanamento, disconoscimento, disprezzo; è un mezzo per creare deserti affettivi ed emozionali nella coppia.

I silenzi negativi sono messi in atto da chi è abituato a comunicazione in maniera aggressiva e dominante, con sentimenti ed emozioni di arroganza e orgoglio.

In un amore duraturo questi atteggiamenti possono portare ad una violenza psicologica in famiglia di tipo cronico; questa comunicazione subdola può condurre ad un’auto-distruzione psicologica, il cosiddetto omicidio psicologico e, in casi più gravi, all’omicidio reale, fisico, del proprio partner.

La persona più debole all’interno di questa relazione subisce la violenza psicologica e prova sentimenti di:

  • Distruzione della propria autostima;
  • Sentimenti di colpa;
  • Disorientamento generale dovuto al contesto inspiegabile;
  • Sensazione di trovarsi all’interno di una situazione non modificabile, di una gabbia;
  • Provare uno stato di paura o terrore quotidiano.

Amore e odio

Gli episodi di violenza psicologica in famiglia possono essere ricondotti ad una situazione emotiva ambivalente in cui due tipi di emozioni diverse e contrastanti, l’amore e l’odio, possono vivere insieme nella psiche di un partner, in modo inconsapevole o negato, generando un conflitto importante.

Quando parliamo di amore e odio facciamo riferimento ad una situazione in cui una relazione inizialmente passionale viene con il tempo trascurata e abbandonata, anche a causa di un evento scatenante.

Un esempio sono le coppie la cui relazione amorosa nasce in seguito ad un “contratto morale”, una specie di baratto.

È il caso di un partner che si avvicina all’amato per obiettivi personali quali ad esempio una scalata sociale o un matrimonio di convenienza, in seguito al raggiungimento dei proprio obiettivi, si verificherà l’abbandono dell’altro generando questa ambivalenza reciproca di sentimenti.

In certi casi, una delle due parti può provare un odio profondo durevole anche tutta la vita senza perdono, senza empatia, anche in modo inconsapevole e inconscio.

Ancora, questa ambivalenza di emozioni di amore-odio può essere può scaturire all’improvviso, a causa di alcuni comportamenti e atteggiamenti che generano, nel tempo, rabbie croniche che piano piano vanno a caratterizzare la relazione di odio.

Questa forma di violenza subdola, sotto il profilo forense, alimenta il rischio, tra i due protagonisti, di comportamenti criminali.

Oltre ad amore e odio è importante analizzare l’emozione di rabbia, sentimento centrale e scatenante di diverse dinamiche criminose e al centro di molte condotte di violenza psicologica in famiglia.

Uno dei fattori più importanti, legati all’ambito della rabbia cronica, è il sentimento di amarezza così come teorizzato da Alexandre nel 1992: implica un sentimento di ingiustizia per il fatto di essere maltrattato senza motivo e continuamente.

L’amarezza, se non adeguatamente gestita, può diventare uno dei tanti fattori di rischio clinico quando si associa alla depressione ed è bene non trascurarla mai né minimizzarla poiché, da una analisi criminologica, possiamo ricondurre tale patologia a comportamenti auto-aggressivi o etero-aggressivi, ovvero rivolti verso sé stessi o verso il partner.

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Articolo di Martina Petrucciani

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