Negli articoli precedenti ho raccontato chi è e cosa fa un mediatore familiare e di cosa si occupa la mediazione in pratica. Oggi parleremo invece di risoluzione dei conflitti, vi fornirò 6 soluzioni utili nella mediazione e nella conciliazione con il vostro interlocutore!

Abbiamo trattato gli stili comunicativi in breve e identificato quelli che vengono definiti i blocchi comunicativi che ostacolano la buona riuscita di una conversazione sana e distesa tra due persone.

Per migliorare la propria comunicazione verbale, l’uso di espressioni e parole adeguate, migliorare e allentare la propria capacità empatica e sensibilità, la modalità di ascolto attivo si deve necessariamente affiancare ad una conoscenza più approfondita di come le persone mettono in atto, in certe situazioni, copioni o maschere, che inevitabilmente celano significati ed emozioni nascoste.

Risoluzione dei conflitti e copioni comunicativi

In psicologia della comunicazione la risoluzione dei conflitti passa attraverso la capacità di riconoscere i cosiddetti copioni.

Si tratta di maschere che indossiamo nelle relazioni con gli altri e che rappresentano difese che utilizziamo per difenderci da emozioni o sentimenti di disagio.

Il copione protegge dal rischio di un rifiuto; indossando una maschera possiamo infatti essere ciò che più ci piace, ciò che gli altri desiderano, qualcosa o qualcuno di adeguato e perfetto, così come richiesto dalla società o come l’altro si aspetta.

Mostrare all’esterno una immagine di sé accettata e forte ci aiuta ad aumentare la nostra autostima, la nostra self-efficacy, dandoci valore agli occhi degli altri e ai nostri, controllando i nostri sentimenti di frustrazione o inadeguatezza.

Questi copioni, inevitabilmente, nascondono ciò che realmente siamo e desideriamo, ponendosi come ostacolo alla comunicazione, dunque per una migliore risoluzione dei conflitti comunicativi è necessario riconoscerli.

I copioni comunicativi

Elenco di seguito, con una breve spiegazione, i copioni comunicativi.

  1. Il copione dell’evitamento

In risoluzione dei conflitti comunicativi, il copione dell’evitamento rappresenta un importante ostacolo: la persona che si trova ad indossare questa maschera utilizza espressioni come “non c’è niente da fare” “sono senza speranza” “non c’è via di fuga” e questo atteggiamento denota l’incapacità di affrontare una determinata situazione o un cambiamento.

Affrontare un cambiamento, prendere una decisione o fare una scelta comporta forza di spirito, coraggio e determinazione, per cominciare. chi adotta atteggiamenti di vittimismo, e frasi come “capitano tutte a me” “sono il solito sfortunato” “sono perseguitato dalla sfortuna”, esternalizza il senso di responsabilità sul controllo degli eventi.

Per la risoluzione dei conflitti, avere un punto di vista interno di responsabilità, porsi come agenti attivi nella situazione e nel cambiamento, è molto importante.

Sentirsi in balia della sfortuna, degli avvenimenti o del controllo altrui, non permette di cambiare le cose o controllarle.

Nella risoluzione dei conflitti, il copione dell’evitamento non permette di avere lucidità e razionalità sui differenti stili comunicativi propri degli interlocutori e rende difficoltoso il controllo e la mediazione verso una risoluzione pacifica.

  1. Svalutare gli altri per affermare sé stessi

Questo copione utilizza frasi come “io avrei fatto così” “io non sono come te” “non mi sarebbe mai venuto in mente” “io non sono così egoista (come te)”.

La risoluzione dei conflitti non è possibile quando, a fronte di questo copione, il nostro interlocutore si sente giudicato e svalutato, fino al punto di rispondere e reagire con rabbia nei nostri confronti.

Questi atteggiamenti rappresentano vere e proprie barriere comunicative!

  1. Svalutare sé stessi per non assumere responsabilità

Attraverso questo copione, la persona si svaluta agli occhi dell’altro, non si ritiene affidabile o capace di affrontare o risolvere una situazione.

La risoluzione dei conflitti con questi soggetti è difficoltosa perché la persona, criticandosi e ponendosi in una posizione di inferiorità rispetto l’altro, si fa “terra bruciata” attorno, isolandosi, anche per non assumersi delle responsabilità.

  1. Il copione della giustificazione

Quando le cose non vanno bene, la risoluzione dei conflitti non è possibile, è facile che un soggetto inserisca nella propria comunicazione questo copione: il copione della giustificazione.

In questo senso, si cercano giustificazioni per i propri fallimenti, facendo ricadere su altre persone o situazioni la colpa degli eventi.

Approfondirò questo tema nella seconda parte di questo articolo, quando parlerò della teoria dell’etichettamento.

  1. Il copione della forza

Ostentare un carattere forte ed energico è tipico di quanti utilizzano questo copione, che potrebbe essere utile alla risoluzione dei conflitti, almeno all’apparenza, lasciando però dei segni nella sfera soggettiva emotiva.

Il nostro interlocutore può fare tutto, elencando tutti gli impegni che può e riesce ad affrontare durante la giornata.

  1. Il copione della fragilità

Quando una persona, in un conflitto comunicativo, si sente minacciata dallo stile aggressivo dell’altro, dai toni accesi, dalla potenza della sua comunicazione non verbale, può adottare questo atteggiamento di fragilità, che richiede protezione dalle violenze verbali.

La risoluzione dei conflitti è favoreggiata dall’aspetto emotivo e empatico di questo copione: chi lo utilizza, richiamando episodi del suo passato in cui è stato trattato male e ha sofferto, può avvicinarsi alla sfera sentimentale ed emotiva dell’interlocutore, che può essere maggiormente disposto a cedere e a “darla vinta”.

Come oltrepassare le barriere e i copioni

Per la risoluzione dei conflitti è necessario riconoscere lo stile comunicativo del nostro interlocutore, ma anche l’utilizzo di barriere e copioni che mascherano un determinato stato d’animo.

In questo senso, vediamo quali sono gli strumenti operativi pratici che possiamo utilizzare per avvicinarci al nostro interlocutore nella risoluzione dei conflitti comunicativi.

Regola numero 1: concentrati sull’altro

Ascolta attivamente il tuo interlocutore, carpisci bene le sue parole, ciò che intende dire e non dire. Ascolta e osserva la sua comunicazione non verbale.

Regola numero 2: fai domande

Ricorda! Non porre domande investigative che rischiano di giudicare o svalutare l’altro, fai piuttosto domande di approfondimento per comprendere meglio ciò che l’altro intende, come si sente, incoraggiando a continuare il discorso e ad essere più chiaro.

Regola numero 3: esprimi interesse sincero

Lascia lavorare i tuoi neuroni specchio! Attiva il canale dell’empatia, abituati a metterti nei panni dell’altro e ad accettare concetti che fatichi a comprendere o riconoscere. siamo tutti diversi e i significati sono infiniti!

Regola numero 4: esprimi la tua vicinanza e comprensione

Parafrasa il contenuto di ciò che l’altro dice, rifletti il suo sentimento attraverso la comunicazione non verbale. Puoi avvicinarti a lui, sorridere o mostrarti triste, sempre in maniera congruente rispetto il tuo e il suo parlato.

Regola numero 5: massimizza la comunicazione non verbale

Nella risoluzione dei conflitti non è mai necessario utilizzare molte parole! Punta piuttosto su un buon contatto visivo, rimani in una posizione di apertura per dimostrare interesse e vicinanza.

Regola numero 6: concentrati!

Dimostra di essere presente e sintonizzato! La risoluzione dei conflitti avviene molto semplicemente, a volte, solo concentrandosi bene su ciò che l’altro dice invece che su ciò che noi pensiamo. Lascia terminare i discorsi, ascolta fino alla fine e proponi soluzioni propositive, sempre con un atteggiamento positivo.

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Articolo di Martina Petrucciani

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