Se parliamo di omicidio passionale richiamiamo alla mente tanti casi di cronaca che i mass media ci riportano con frequenza nei telegiornali; spesso, dietro ad un caso irrisolto di sparizioni, si nasconde una macabra storia di omicidio passionale.

Omicidio passionale: definizione

Come da definizione, l’omicidio passionale è un atto effettuato da un partner sull’altro, in seguito o in risposta a eventi come tradimenti, abbandoni, rifiuti, separazioni.

Per la psicologia, ciò che muove in direzione di un tale efferato atto, può essere un istinto primitivo di distruzione insito in un soggetto che prova, verso un altro, sentimenti distruttivi come odio, risentimento, rancore.

Dai sentimenti di rabbia intensi, infatti, può sorgere il desiderio di agire, di fare qualcosa, di passare all’azione attraverso atti di aggressività psicologica, fisica, che possono sfociare nel cosiddetto omicidio passionale.

Analisi dell’ omicidio passionale

Chi si macchia di un reato come l’omicidio passionale può provare un sentimento di invidia in seguito ad una perdita.

La perdita della persona cara, in seguito al suo rifiuto di stare ancora insieme, la perdita dello status di padre o marito o compagno, fa vacillare i sentimenti di dignità personale, orgoglio, sicurezza, trasformandosi in emozioni di invidia:

Distruggo ciò che desidero ma non posso avere”.

Chi commette un omicidio passionale vuole assicurarsi che la propria vittima, l’amore perduto, non appartenga a nessun altro né ami qualcun altro da sé stesso.

Omicidio passionale e De Greef

Etienne De Greef, famoso criminologo belga fondatore dei due concetti cardine dell’analisi criminologica, la criminogenesi e criminodinamica, elabora il concetto di pericolosità del reo, da intendere come momento di crisi della personalità, un equilibrio instabile che precede il passaggio all’atto, cioè il momento in cui l’autore passa alla fase esecutiva.

De Greef individua due fasi che possono susseguirsi nell’omicidio passionale:

  1. Il tentato suicidio; la persona abbandonata prova sentimenti di colpa, umiliazione, si sente depressa fino al punto di minacciare di farla finita, si isola, non ha più interessi, mette in pericolo la propria vita in differenti modi, minaccia di procurarsi del dolore o farsi del male;
  2. L’omicidio; il soggetto che si trova in uno stato psicologico di depressione e minaccia il suicidio può, in certi casi, arrivare all’atto di omicidio passionale, anche avvicinando la propria vittima per un’ultima spiegazione.

Elementi facilitanti un omicidio passionale

L’omicidio passionale è favoreggiato da determinate variabili, quali:

  1. In caso di scoperta di tradimento in flagrante, il soggetto può essere colto da una folle rabbia narcisistica incontrollata, provare sentimenti di vendetta e umiliazioni tali da commettere l’omicidio passionale, anche in assenza di precedenti penali;
  2. Nei casi di abbandono anche dopo molto tempo, quando il soggetto ha perde il controllo della situazione amorosa e, anche per periodi prolungati, mette in atto atti di stalking o persecutori nei confronti dell’ ex partner, fino a sfociare in omicidio passionale ritardato;
  3. Comportamenti violenti ripetuti, minacce, violenza psicologica, incapacità del soggetto di porre fine al dolore post abbandono e i sentimenti di gelosia verso la nuova vita dell’ex partner, sono campanelli d’allarme verso un ritardato possibile atto di omicidio passionale.

Tipologie di omicidio passionale

Omicidio passionale predatorio

Il killer o assassino predatorio è una persona che generalmente ha precedenti penali, storie di abusi di droghe o alcol; un esempio è il caso di un furto in appartamento che sfocia in aggressione sessuale ai danni di una vittima casualmente presente nel momento del furto. Il predatore, se rifiutato, può commettere un atto di omicidio passionale.

Omicidio passionale erotomane

Il killer o assassino erotomane si convince di avere una relazione con una partner solo per il fatto di avere scambiato qualche chiacchiera insieme, si costruisce una storia ossessiva in cui continua, non ricambiato, a corteggiare l’altro compulsivamente. Il rifiuto, può portare ad atti di omicidio passionale.

Tanto altro si potrebbe aggiungere in merito alle analisi differenziali per meglio comprendere come un atto di omicidio passionale può verificarsi, in assenza o in presenza di patologie psichiatriche.

Attenzione al comportamento violento

I comportamenti violenti non sempre sono pericolosi né sempre vanno ricondotti a possibili comportamenti contro legge o contro la persona.

Tante sono le variabili da analizzare quando si osserva un comportamento a rischio: patologie preesistenti, presenza di stress familiari, conflitti, sentimenti negativi prolungati, violenze pregresse, minacce, dipendenze, assenza di contatti sociali e stimoli positivi, per citarne alcune.

Il comportamento violento è determinato da differenti fattori che possiamo semplificare così:

  • Fattori biologici e malattie schizofreniche o psicotiche;
  • Fattori sociali come l’appartenenza ad una subcultura criminale;
  • Fattori economici e motivazionali, il movente non può mai essere sottovalutato;
  • Comportamenti fisici, psicologici, predatori, verbali su persone, cose, animali, proprietà;
  • Gravità della violenza, dalle lesioni all’omicidio o suicidio.

Per la criminologia è un dovere sottolineare la non correlazione tra il comportamento violento e la malattia mentale.
Non vi è sicurezza di correlazione tra un disturbo mentale e un comportamento violento in generis.

Vi è unità tra gli studiosi, oramai, che l’affermazione per cui “i malati di mente sono pericolosi” è una sbagliata generalizzazione; vi sono, infatti, soggetti e categorie di persone più pericolose dei malati di mente e non sempre chi agisce atti violenti, mostra patologie psicologiche.

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Articolo di Martina Petrucciani

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BIBLIOGRAFIA

Nivoli G. & al. (2019), Psichiatria Forense, Piccin.

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