Nell’articolo precedente vi abbiamo parlato di sensazione di disagio fornendovi dei consigli su come osservarla e gestirla. Oggi vi parleremo invece di adolescenza, cercando di rispondere ad una domanda che si pongono molti genitori, ovvero:

 

“Perché mio figlio non mi parla più?”

Molti genitori si domandano come mai, a volte, il proprio figlio non parli più con loro. Il più delle volte questo avviene durante il periodo dell’adolescenza. Una fase evolutiva molto delicata in cui il bambino/ragazzo si sta preparando a vivere la separazione, non solo dal corpo infantile ma anche dai suoi genitori, e si appresta ad entrare nel mondo dei pari

Quel bambino che ha sempre chiesto il consiglio, il parere e ancor più il conforto del proprio genitore diventa, senza neanche accorgersene, un ragazzo che ricerca l’autonomia e che comunica sempre meno i propri pensieri e le proprie emozioni

La figura del genitore è di fondamentale importanza nel processo di crescita evolutiva dell’adolescente. Rappresenta per il ragazzo il modello da seguire e da imitare e allo stesso tempo è colui/colei che dà il permesso al figlio di crescere e separarsi, facendo in modo che vada sempre più verso l’autonomia e la definizione del sé. 

Se anche tu hai pensato “mio figlio non mi parla più” ricordati che sta attraversando una particolare fase di vita in cui sta ricercando i suoi spazi e prediligerà il confronto con i suoi pari, anziché con te. 

Quello che il genitore deve sempre tener presente è che tutto è comunicazione, ancor più il silenzio. Saper tollerare il silenzio e restituirgli un significato è di fondamentale importanza per il genitore che tende a voler sapere e conoscere tutto del figlio

L’adolescenza è l’età dei segreti, della separazione, dei desideri e delle paure. Riconoscere questa fase come delicata e preziosa per la sua crescita significa comprendere quel silenzio e stare vicino al proprio figlio anche nella semplice presenza.

Sono molti i motivi che possono condurre il figlio a non voler più parlare con i suoi genitoriAd esempio potrebbe temere il giudizio della propria madre o del proprio padre, questo inibisce la loro apertura, alimenta l’insicurezza in se stessi e la chiusura verso ciò che li circonda. Per potersi raccontare l’adolescente deve sentirsi al sicuro, compreso e valorizzato. Restituirgli che si può sbagliare e che questo non implica che sia lui quello sbagliato, favorisce la relazione e la cooperazione nello stile educativo.  Ed è proprio la modalità comunicativa tra genitore e figlio alla base della modalità relazionale che l’adolescente adotterà con i suoi genitori

  1. Lasciare al ragazzo lo spazio per sperimentare e sperimentarsi, senza l’iperprotezione e il controllo che diventano nemici della relazione;
  2. Porsi nella modalità di ascolto e di sospensione del giudizio, evitando frasi del tipo “io alla tua età…”;
  3. Valorizzare la cooperazione e il compromesso, anche delle regole che, contrattate, aumentano di efficacia.

Queste sono solo alcune delle possibili soluzioni che il genitore può adottare quando si trova a pensare “mio figlio non mi parla più”. L’essere presenti anche nel silenzio è di gran valore per il ragazzo che sta vivendo una fase di vita contrassegnata da molteplici emozioni contrastanti che non trovano ancora un nome e uno spazio di espressione. Potergli dire “io ci sono” aiuta il ragazzo a percepire il supporto e il sostegno di cui ha bisogno, senza la pretesa di sapere di più di quello che lui vuole comunicare. 

Ricordiamoci che è essenziale anche che il genitore abbia il suo spazio per comprendere, elaborare ed accettare la crescita del figlio, i cui bisogni sono cambiati e solo così potrà dargli il permesso  di diventare se stesso, crescere e giungere nel mondo degli adulti in maniera sana e funzionale.

 

A tutti i genitori è capitato di dire mio figlio non mi parla più, speriamo di essere riusciti a chiarire i tuoi dubbi e di rispondere alla domanda iniziale “Perchè mio figlio non mi parla più”. Se desideri porci altre domande sull’argomento puoi scriverci a  info@forensicsteam.it, e ricordati che puoi trovarci anche su Youtube e Facebook!

Articolo di Martina Russo

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