Negli articoli precedenti abbiamo iniziato ad addentrarci nel mondo delle investigazioni. Abbiamo visto cosa fa un investigatore, quali sono le tecniche di investigazione e soprattutto abbiamo scoperto che non tutti gli accertamenti sono possibili.

Oggi andremo insieme a vedere nello specifico l’ambito delle investigazioni infedeltà coniugale!

La privacy non è soltanto un semplice elemento da tenere in considerazione: investigatore privato e privacy sono strettamente collegati e il primo è obbligato a sottostare ai limiti imposti dalla normativa vigente.  

Si pensa che tutto sia permesso al professionista, che l’investigatore possa fare e scoprire ogni cosa. Purtroppo non sempre è così. Questi errori di pensiero vengono commessi soprattutto in ambito privato e familiare dove frequente è la voglia, ad esempio, di entrare in possesso delle chat whatsapp del partner, dei tabulati telefonici o delle conversazioni private. 

Abbiamo già detto che gli elementi di prova di cui si entra in possesso in modo illecito non possono poi venire utilizzati in sede di giudizio. Una precisazione che spesso mi è stata fatta da mariti o mogli che si rivolgevano al mio studio per comprendere se il partner effettivamente era infedele è la seguente: “ma io non devo andare in tribunale. Ho solo bisogno di sapere.”

Il non oltrepassare i limiti è, dunque, strettamente collegato soltanto alla possibilità eventuale di procedere in giudizio? 

Non vogliamo rispondere subito, lasciando così a voi la possibilità di farvi un’idea nel corso della trattazione. 

Partiamo però proprio da questo aspetto per andare a comprendere, in ambito privato e familiare, qual è il modus operandi dell’investigatore, i limiti, le deroghe e gli aspetti che ruotano attorno alle investigazioni infedeltà coniugale.

 

Il reato di adulterio

L’articolo 559 del Codice Penale prevedeva che, a querela del marito, la moglie adultera fosse punita con la reclusione fino ad un anno. La medesima pena spettava all’amante della donna. 

Tale articolo, come si può vedere, costituiva una condizione di disparità notevole tra uomo e donna, prevedendo infatti che ad essere punita fosse solo quest’ultima, per questo fu abrogato e dichiarato illegittimo dalla Corte di Cassazione nel 1969. 

Se negli anni Cinquanta e Sessanta, grazie al reato di adulterio, gli investigatori privati videro un incremento dei conferimenti di incarico al fine dell’accertamento dell’infedeltà coniugale, negli anni Settanta iniziò ad esserci un’inversione di tendenza. 

Da quel momento inizia a svilupparsi un atteggiamento sociale nuovo nei confronti dell’argomento investigazioni infedeltà coniugale. 

Dall’emancipazione femminile, alla normativa sul divorzio, alla perdita della pratica che vedeva il matrimonio come atto riparatore o come vincolo che aveva l’unico scopo di unire due famiglie per interessi economici. 

È mutata la composizione della famiglia e sono mutati i ruoli all’interno di essa. Padri che portano al parco i figli e madri in carriera. La donna non è più colei che vive alle spalle del marito ma è una sua pari e come tale ha gli stessi diritti e gli stessi doveri. 

Il mondo cambia e assieme ad esso la normativa.

 

Investigazioni infedeltà coniugale

Nel 2015 è stato introdotto il cosiddetto “divorzio breve”. Ciò ha permesso, in caso di consensualità di non passare più per i tribunali. 

Ma cosa capita quando la separazione non è consensuale? Quando iniziano a maturare i dubbi sulla persona che ci sta accanto e soprattutto quando ci sono figli in comune? 

Contrariamente a quello che si è tenuti a pensare, l’investigatore privato, oggi, non opera soltanto al fine di cogliere in flagrante mogli o mariti fedifraghi. O meglio, questo non è più l’unico scopo.

Quello che molti non sanno è che rivolgersi ad un’agenzia investigativa può essere utile anche per ottenere la responsabilità della fine del rapporto. 

Abbiamo visto nell’articolo tecniche dell’investigazione che dal vincolo matrimoniale scaturiscono alcuni doveri: 

  • Obbligo di fedeltà;
  • Obbligo di assistenza morale e materiale;
  • Obbligo di condivisione dell’abitazione e dei bisogni fondamentali della famiglia. 

Il venir meno di uno di questi obblighi da parte del marito, legittima la moglie a poter chiedere un accertamento e l’investigatore privato ad operare. 

In fase di separazione e divorzio, possono nascere dissapori anche legati all’assegnazione della casa coniugale o all’affidamento dei figli minorenni. 

Rivolgersi all’agenzia investigativa allora diventa utile anche in tutta un’altra serie di casi ai quali prima non si sarebbe mai pensato. 

Affidamento dei figli

In seguito alla separazione e al divorzio i figli minorenni vengono affidati ad uno dei genitori. In genere la madre. Al padre resta l’obbligo di mantenere il figlio non solo fino alla maggiore età (come spesso si è tenuti a credere) ma fino a quando il ragazzo non raggiunge una stabilità economica. 

Ora, si aprono tre scenari: 

  • La madre vuole richiedere l’affidamento esclusivo in quanto le frequentazioni e lo stile di vita del padre non sono consoni alla crescita del figlio;
  • Il padre contesta la decisione del giudice dell’affidamento condiviso con il collocamento presso l’abitazione della madre;
  • Il genitore a cui il minore è stato affidato non riceve l’assegno di mantenimento da parte del genitore non affidatario o, se lo riceve, vorrebbe rivedere l’importo spettante. 

In quest’ottica appare molto chiaro quanto il ruolo dell’investigatore privato sia cambiato. Infatti, in tutti questi casi, potrebbe portare un vantaggio alla parte committente.

Si pensi al caso in cui si scopra che il padre abbia frequentazioni strette con persone interessate in attività illecite. Oppure al caso in cui il genitore non affidatario, pur di vedersi ridotto l’importo da versare a titolo di mantenimento del figlio, decida di dichiarare il falso o di lavorare in nero. 

Questi sono solo alcuni degli accertamenti che in fase di separazione possono fare la differenza e aiutare così a tutelare un proprio diritto e i diritti del figlio minore. 

 

Le investigazioni “fai da te”

Ma se non ci dovessero essere figli di mezzo, beni materiali da dover dividere e, soprattutto, se non ci dovesse essere intenzione alcuna di procedere per vie legali?

Possiamo chiedere all’investigatore di chiudere un occhio e provare a spingersi un po’ più in là?

La risposta è no! 

Il fatto che non si abbia l’intenzione di rivolgersi poi ad un legale o citare l’altra parte in giudizio non ci dà l’autorizzazione a violare la privacy altrui. Quindi, anche se dovessi avere un diritto reale da far tutelare, questo, non consente in alcun caso di infrangere la legge e la normativa vigente in materia di trattamento dei dati personali.  

Inoltre, è bene fare molta attenzione ad improvvisarsi esperti del settore, magari seguendo direttamente i partner o facendoli seguire da amici o parenti. Per non parlare dell’installazione e utilizzo di applicazioni atte a spiare conversazione, messaggi, e-mail, spostamenti, ecc. 

Questo porterebbe con molta probabilità a risparmiare denaro ma al prezzo di rischiare una denuncia penale. Dal reato di interferenze illecite nella vita privata a quello di atti persecutori a quello di stalking, questi sono solo alcuni degli illeciti penali nei quali si potrebbe incorrere. 

Il consiglio, quindi, è quello di rivolgersi sempre ad un professionista abilitato che vi indicherà prontamente come tutelare i vostri diritti in modo conforme alla legge. 

Per ulteriori informazioni potete contattarci o scriverci all’email info@forensicsteam.it, e non dimenticatevi di rimanere connessi per nuovi interessantissimi aggiornamenti sul mondo delle investigazioni… e non solo!

 

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