Cosa ci può insegnare un evento traumatico? Cosa ci trasmette? Che cosa lasciano dentro di noi un comportamento violento e un trauma?

Già Freud raccontava di come trauma e comportamento violento possono avere ripercussioni sulla psiche umana, anche dopo molto tempo.

Ma come è possibile intervenire per attenuare gli effetti di queste conseguenze?

In questo momento storico più che mai, ci è possibile comprendere ciò che si intende per trauma, non solo attraverso le esperienze vissute personali, il comportamento violento esperito nella vita, bensì anche a causa della pandemia che ci ha colpiti.

Non si tratta di un comportamento violento dettato da persone bensì di un evento non controllabile né prevedibile che ci getta nell’oscuro, nel limbo, nel non sapere, nell’incertezza del futuro.

Gli studiosi della sociologia hanno parlato per primi di società del rischio: l’esempio è quello di Bauman e di Beck ma anche di sensazione e percezione del rischio e del pericolo, con le teorie di Slovic.

Il senso di pericolo percepito di poter essere vittime di un comportamento violento o di subire un trauma può influenzare le nostre emozioni, le ansie e adottare comportamenti di sicurezza.

Se mi sento ben distante da un comportamento violento e dal rischio di subire un trauma è pacifico che non adotterò delle misure di sicurezza e protezione, sarò meno attento, più sbadato e dunque più sicuro che “a me non capiterà mai”.

Lo studio della percezione del rischio viene correlato ai comportamenti di sicurezza.

Quando temo di poter subire un comportamento violento da parte di un mio familiare o di poter diventare vittima di una catastrofe ambientale, percepisco un rischio maggiore e adotterò comportamenti maggiormente attenti e previdenti, mettendo in guardia chi mi circonda, chiedendo aiuto, muovendomi con cautela.

La pandemia Covid ci ha vittimizzati tutti, in una maniera o nell’altra!

Ma come potevamo essere pronti alle conseguenze dei fatti che ci hanno colpito? Come avremmo potuto prevedere le nostre fragilità, in seguito al lockdown?

Comportamento violento: un trauma per tutti

È chiaro che violenze, traumi, un comportamento violento messo in atto in un nucleo famigliare, colpisce tante più persone ne vengono a contatto.

È possibile riconoscere che il comportamento violento colpisce emotivamente, con conseguenze psicologiche, tutti i gruppi sociali di età e classe sociale differente.

Un bambino o una ragazza madre sola con dipendenze possono avere probabilmente più fragilità e meno risorse di un manager in carriera, ma non è possibile escludere a nessuno dei 3 soggetti l’eventualità di soffrire per pene psicologiche.

Siamo abituati a vedere in specifici target, come le donne e i bambini, delle vittime speciali di un comportamento violento.

Con il tempo, la sociologia e la scienza di teorie e tecniche di vittimizzazione, studiate e spiegate dalla criminologia odierna, hanno sottolineato l’importanza di prestare molta attenzione ad individuare in ogni occasione donne e bambini come facili target destinati a ricevere violenza.

Questa tendenza a “parlarne” o sottolineare l’esistenza di chiare fette di popolazione come destinatari del rischio del comportamento violento, potrebbe avere ripercussioni ed effetti negativi.

Un esempio può essere:

  • Oscurare le forme diverse di violenza a danno di target differenti come gli uomini o gli adolescenti;
  • Alimentare le forme di rifiuto verso i diritti rosa già esistenti da parte di determinate categorie sociali;
  • Estremizzarne la protezione con il rischio di aumentarne la diversità e la fragilità;
  • Portare al rifiuto, da parte di alcune categorie di donne emancipate e indipendenti, dei simboli di donna come soggetto debole.

Comportamento violento e vittime

Diverse teorie sottolineano il fatto che i bambini siano più fragili e più esposti a disfunzioni psicologiche qualora crescano con famiglie carenti.

Certo è che crescere in un contesto diseducativo, esposti ad un comportamento violento, abusi e mancanze affettive, può esporre al rischio di vittimizzazione precoce.

Ad ogni modo, è bene ricordare che questi meccanismi di “Se-Allora” non possono essere l’unico elemento di analisi ma devono essere affiancati a ben altri fattori, tra cui le componenti personali della resilienza, il carattere, i tratti individuali.

Il comportamento violento su qualsiasi vittima deve essere studiato sempre e tutte le sue componenti vanno studiate approfonditamente:

  • Eventuali predisposizioni individuali, indipendentemente dalla categoria di appartenenza;
  • Gli excursus di esperienza precedenti;
  • Le responsabilità individuali, i meccanismi mentali di ciascun attore;
  • Le psicopatologie, se presenti, che possono causare recidive se non correttamente e prontamente individuate;
  • I cicli della violenza.

Nelle analisi e nei trattamenti criminologici e forensi è molto importante saper fare un’ottima e dettagliata analisi dei fatti e dei comportamenti, per evitare vittimizzazioni secondarie, un ulteriore comportamento violento recidivo, un abuso o una eccessiva generalizzazione.

L’Io di Freud

Per tornare a Freud, il padre della psicoanalisi, come citato in precedenza, egli ci ricorda che le reazioni al trauma non emergono nel momento in cui esso ha luogo, bensì solo più tardi, durante o dopo l’adolescenza, possiamo osservarne gli effetti, quando viene rivissuto come ricordo.

Sarebbero l’intensità dello stimolo traumatico e la nostra prontezza nel rispondere ad esso, fattori che influenzano la forza del nostro trauma percepito.

Freud parlava di una barriera mentale contro gli stimoli negativi: il trauma, il comportamento violento, romperebbe quella barriera di protezione generata dalla nostra mente, abbassando dunque le nostre difese ed esponendoci alle sofferenze.

Come sostiene Freud, il comportamento violento vissuto durante l’infanzia può essere considerato con maggiore impatto traumatico rispetto quello subito già in età adulta, a causa della scarsità di risorse da parte dell’Io più immaturo nella gestione delle esperienze.

A partire da queste considerazioni iniziali, vediamo nel prossimo articoli come possiamo fronteggiare i disagi psicologici causati da un trauma.

Se hai piacere di approfondire queste tematiche o chiederci un consiglio, non esitare a scriverci a info@forensicsteam.it e non dimenticarti di seguirci anche su Facebook e Youtube!

Articolo di Martina Petrucciani

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Suggerimenti bibliografici e approfondimenti:

https://www.liceisgv.edu.it/docenti/lucaccini/2017/06/05/sigmund-freud-psicoanalisi-1926-boringhieri-1963-pp-217-226-in-gerard-lauzun-freud-la-vita-il-pensiero-i-testi-esemplari-sansoni-1971-pp-157-164/ 

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